Benvenuti a tutti quanti, e soprattutto bentornata Modena Play. Come molti di voi sapranno durante il week-end passato si è tenuta la kermesse modenese dedicata la gioco nelle sue varie declinazioni dopo aver saltato l’appuntamento dell’anno scorso e quello della passata primavera. Due anni e mezzo di vuoto non sono pochi, a maggior ragione considerando il periodo di immobilità a cui gli hobby lì rappresentati, fondamentalmente sociali, sono stati costretti. Ad onor del vero sono già alcuni mesi che è più o meno possibile dedicarsi alle attività ludiche in maniera grossomodo normale, ma la fiera è stata un bel segno, qualcosa di formale quasi, come un “via”.
Per la precisione questo non né un resoconto di questo evento né dello svolgimento del torneo organizzato dalla Torre Nera. Per saperne di più potete consultare l’articolo di Luca (qui), io a questo riguardo posso solo rinnovare i miei ringraziamenti ai partecipanti e i complimenti a tutte l persone che con il loro impegno ne hanno permesso lo svolgimento.
Questi sono solo i miei pensieri e le mie impressioni riguardo la fiera.
Ad essere onesti non mi sono sentito molto a mio agio al momento dell’apertura: se in condizioni normali si veniva praticamente travolti dalla marea umana che, incalzante, andava a occupare praticamente tutto lo spazio, sabato mattina questa cosa non si è verificata, anzi, c’era una certa desolazione. Un po’ era da prevedere, gli ingressi erano stati contingentati, le attività limitate e la situazione sanitaria contribuiva di certo in maniera negativa, ma sono rimasto comunque sorpreso. Il primo pensiero è stato: “E se non arriva gente? Cosa ne sarà della fiera?”. Può sembrare cosa da poco, ma questo tipo di eventi sono molto importanti per questo settore, le ripercussioni sul settore della scomparsa di una fiera così rilevante (per intenderci i numeri di Modena Play 2019 erano nell’ordine di grandezza del GenCon, la convention che ha fatto la storia del gioco di ruolo) potrebbero essere catastrofiche. Fortunatamente mi sbagliavo. Dopo un’ora circa le cose sono cambiate, la gente che arrivava ha cominciato ad affollarsi attorno agli stand degli espositori, ma soprattutto ha cominciato a sedersi ai tavoli per giocare. Mi ha fato piacere questa cosa: dopo tanto tempo le persone hanno avuto modo di ritrovarsi in un posto del genere a passare qualche ora in serenità. Come ho detto prima il giocare richiede il contatto fra le persone, o almeno la vicinanza: il sapere che gente da mezza Italia si è data appuntamento lì, affrontando varie traversie (sveglie a ore improbabili, lunghi e tediosi viaggi e chi più ne ha ne metta) mi ha onestamente fatto piacere e mi ha dato la prova che siamo ancora in tanti a divertirci in questa maniera, e considerando gli ultimi tempi non è una cosa scontata, almeno per il sottoscritto.
È sicuramente vero che ci sono stati meno ingressi, ma bisogna considerare alcuni fattori: primo, quest’anno erano contingentati, e nonostante questo i numeri sono stati positivi (l’anno scorso furono venduti 47000 biglietti, quest’anno 27000, ma gli ingressi massimi erano stati dimezzati); secondo, il numero contenuto di visitatori ha reso un po’ più vivibile l’ambiente senza però inficiare eccessivamente sulle attività (qui non ho dati ufficiali, ma sono le voci che ho sentito in fiera).
Insomma, pare che da questo punto di vista stia andando tutto bene. Sperando che continui così, mi auguro che Modena Play 2022 vada anche meglio.
Alla prossima.