Bentornati tra le pagine del Diario di una giocatrice di ruolo
imbranata!
Dopo la pausa estiva torniamo a bomba con un
argomento spinoso: la crisi.
Eh già.
Quando parliamo di
crisi il primo pensiero va a momenti non troppo felici.
Facendo
una rapida ricerca sul significato del termine, tra i primi risultati
troviamo questo:
“Perturbazione o improvvisa modificazione nella vita di un individuo o di una collettività, con effetti più o meno gravi e duraturi”
Ci son varie crisi nella vita di qualcuno: di coppia, la famosa crisi di mezza età, in ambito lavorativo…
E il gioco di ruolo? Ovviamente non è escluso.
La crisi, qui, non è intesa come semplice noia, anche perché di come contrastare quest’ultima ne abbiamo già parlato e abbiamo anche detto di come possa essere trasformata in qualcosa di positivo.
A dirla tutta anche una crisi, seppur il termine possa far pensare a nefasti stati d’animo, può essere letta in una chiave diversa e profonda.
Sì, perché se è vero che crisi è sinonimo di tempesta, sappiamo anche che dopo ogni bufera prima o poi uscirà il sole. In altre parole: da un momento “nero” si esce sempre e si può fare anche bene.
Da
giocatrice ho sperimentato più volte la crisi.
Che
tu sia giocatore cartaceo, live o play by chat, non hai scampo: se
decide di arrivare arriva, come una bufera, appunto.
È un momentaccio, perché non sei propriamente annoiato ma proprio svogliato di fare, creare, immaginare qualsiasi cosa. Rimani bloccato, chiuso in un setting o in un personaggio che, assurdamente, sembra non appartenerti più…quando invece lo hai creato tu!
Che
differenza c’è con la noia allora?
Credo che la mente
continui comunque a lavorare proprio per uscire dallo status
annoiato,
mentre per la crisi è diverso: è come se si spegnesse un
interruttore e si staccasse violentemente la spina. Quindi che si fa?
Si brancola nel buio. A volte
si fa qualche passo, incerto e sbagliato, altre si sta completamente
immobili, stagnanti.
Seh,
il quadro non è proprio bellissimo ma è possibile uscirne anche più
ricchi di prima.
Un giocatore in crisi cosa dovrebbe fare?
Banalmente: cambiare.
Cambiare persone con cui giocare. Non
funziona? Cambiare personaggio. Una completa tabula rasa, un nuovo
interruttore, una nuova spina da attaccare. Nella mia breve
esperienza da nabba quale sono, spesso questa è stata la soluzione
più gettonata che ha ridato la linfa giusta al giocatore per
ripartire…e scoprire anche cose nuove su sé stesso.
Non
funziona neanche questo? Cambiare il gioco. Nuovo setting, nuove
dinamiche, nuovo sistema con cui misurarsi e una nuova forma mentis.
E se non funziona neanche questo, se il solo pensiero di
giocare crea del
disagio e nervosismo, beh, devo dirtelo io che forse è il caso che
ti prenda una pausa?
Giocare presuppone anche divertirsi. È un binomio imprescindibile e se manca una di queste componenti… diventa qualcosa simile a un dovere e, ricordiamolo, sempre di giochi si parla. I doveri della vita vera son altri, fortunatamente.
Ci sono poi casi in cui a certi giocatori in crisi, in momenti di sconforto, una vocetta insistente si fa largo nelle sinapsi del loro cervello con questo leimotiv:
“Maaaa…se diventassi un master?”
Eh. Questa è un’altra storia. Un’altra pagina del diario.
Sofia Starnai
Gruppo Letterario Camarilla Italia
http://www.camarillaitalia.com